PRACTICE-LOG per bassisti (e musicisti): come organizzo la mia ROUTINE DI STUDIO.

PRACTICE-LOG per bassisti (e musicisti): come organizzo la mia ROUTINE DI STUDIO.

Dicembre 9, 2020 Off Di Massimiliano Max Carola
Suonare il basso elettrico con metodo

Una delle cose che più spesso mette in crisi chi vuole migliorare nel suonare il basso, o più in generale sul proprio strumento, è trovare un metodo per studiare e tenere traccia dei propri progressi.

In questa pagina voglio mostrarti quello che faccio io, come mi sono organizzato e come rendo “concreto” il tempo impiegato ad esercitarmi.

Il programma di studio

Prima di poter definire la propria routine è ovviamente necessario avere un programma funzionale al raggiungimento del proprio obiettivo.

Ad esempio, senti di voler sviluppare una tecnica che non conosci, oppure implementare le tue conoscenze imparando a leggere e scrivere la musica, oppure vuoi più semplicemente imparare da zero a suonare il basso.

Tutti questi obiettivi necessitano di un percorso per arrivare alla meta. Questo percorso è rappresentato proprio dal programma di studio.

In questo articolo non mi soffermerò su questo aspetto perché, specie se sei un principiante, è opportuno che ti venga assegnato da un bravo maestro.

Definizione della Routine di Studio

Una volta definito il programma, bisogna però metterlo in pratica.

“Max ma che ci vuole! Il Maestro mi assegna gli esercizi, io li faccio … et voilà”.

Mmmmm … le cose non stanno esattamente così.

Limitarti a fare gli esercizi non ti consente di tenere traccia del tuo lavoro.

Avere un registro vero è proprio (quello che gli inglesi chiamano appunto Practice-Log) ha invece grandi vantaggi:

  • ti “costringe” a scrivere o comunque tenere traccia di quello che fai giorno per giorno;
  • ti consente di misurare quanto tempo effettivamente riesci a dedicare alla pratica;
  • quanto del tuo tempo è destinato a fare un determinato argomento anziché un altro, ovvero quanto tempo dedichi alla tecnica (per esempio) e quanto allo slap;
  • a fare aggiustamenti strada facendo;
  • e in ultimo, cosa più importante, a non farti fregare dal tuo cervello.

Cervello “traditore”.

Tempo fa ho visto un video su YouTube di Benny Greb, un bravissimo batterista e grande didatta. Te lo consiglio (a fine articolo ti lascio il link).

Greb osserva che il cervello è molto più intuitivo e rapido rispetto al corpo e ai muscoli.

Quante volte guardando un video hai pensato: “Ma siiii, niente di difficile, questo riesco a farlo anche io”.

Questo accade perché l’elaborazione celebrale di una problematica, per quanto complessa essa sia, è molto più rapida di quello che poi riesce a fare il corpo.

Quando ti trovi di fronte ad una pagina con un esercizio, il cervello decodifica rapidamente quello che devi fare. Quando poi vai a mettere le mani sullo strumento il discorso cambia drasticamente.

In pratica, spiega Greb, i muscoli hanno bisogno di tempo per mettere in pratica quello che il cervello ha subito elaborato. Da qui la necessità di fare pratica, di fare esercizio costantemente.

Solo attraverso il continuo esercizio diamo modo ai muscoli di acquisire quella memoria sufficiente a farci eseguire quel dato riff o fill con la giusta velocità, tecnica, intenzione, feel, ecc.

Il Registro

Quindi, ricapitolando un attimo.

Per imparare a suonare il basso sempre meglio abbiamo bisogno prima di tutto di definire un programma di studio e poi di un sistema che ci consenta di mettere in pratica tale programma, attraverso una serie esercizi, che definiscono la nostra routine.

A questo punto ti mostro come faccio io ad organizzare le mie sessioni di pratica.

Come prima cosa prendo un quaderno a quadretti, su cui vado ad appuntare le istruzioni, le informazioni e tutto quello che mi serve per svolgere gli esercizi ed effettuare sessioni di pratica sullo strumento.

Per ogni esercizio scrivo innanzitutto il macroargomento (ad esempio TECNICA, ARMONIA, SLAP, ecc.). Poi vado ad indicare il tempo dedicato, il numero di esercizio con una breve indicazione che mi aiuti a capire subito quello a cui fa riferimento ed eventualmente i BPM.

Se è il caso, mi scrivo anche un appunto con una veloce osservazione su cose su cui insistere, modificare o integrare. Oppure semplici sensazioni, come se fosse un diario personale.

Eccoti un esempio preso direttamente dal mio quaderno:

Come puoi vedere gli argomenti che sto studiando sono tanti. Ma il mio programma di studio non è importante.

Quello che sto provando a fare in questo articolo è semplicemente suggerirti un modo per studiare con un metodo che risulta particolarmente stimolante è produttivo.

I tempi dedicati a ciascun argomento ed esercizio inizialmente sono definiti anche dall’esercizio stesso, nel senso che in base alle cose da fare mi do un tempo orientativo di riferimento.

Se poi impiego un pochino in più per portare a termine l’esercizio non importa.

L’importante è non sottrarre troppo tempo agli altri esercizi e alle altre componenti del mio programma.

Infatti non ho la possibilità di dedicare allo studio tutta la giornata. Lavoro, famiglia e relax hanno a loro volta bisogno dei loro tempi e spazi.

Cronometro

Ti ho parlato di tempi. E si, perché per ogni esercizio vado a cronometrare i tempi.

L’obiettivo non è quello di battere un record e fare gli esercizi sempre più velocemente. Tutt’altro!

Il fine è quello, da un lato, di tenere traccia di tempi dedicati ad ogni esercizio, dall’altro di non eccedere nei tempi dedicati ad un determinato argomento, per non andare a discapito degli altri.

Inutile dire che il modo più semplice per cronometrarsi è usare lo smartphone. A patto di non lasciarsi distrarre da chat, messaggi, Instagram e cose simili.

Cosa ho scoperto

Andando a guardare giorno per giorno il mio registro mi rendo meglio conto di cosa ho studiato nei giorni precedenti e di cosa magari sto trascurando.

Posso verificare a quanti BPM ho eseguito quell’esercizio di tecnica.

Se ci sono note/appunti, sono in grado di sviluppare ulteriormente la mia sessione di pratica.

Mettere su carta quello che faccio ha anche un ulteriore risvolto di carattere motivazionale.

Mi consente di rendere concreto il processo di studio. Di poterlo vedere e toccare. E questa cosa mi è di grande aiuto.

Scrivere quello che devo fare e quello che faccio corrisponde anche a prendere una specie di impegno scritto con me stesso.

Se lasciassi gestire il mio tempo al cervello, finirei sicuramente per tralasciare qualcosa o peggio ancora finirei per “cedere” al richiamo del divano, nemico assoluto di tutte le cose belle che si possono fare nel tempo libero.

Anche perché c’è sempre quel furbo del cervello che vorrebbe farmi pensare: “va bhe dai, oggi non c’è bisogno di studiare. Quella cosa la so fare!”.

Ma non è tutto.

Mettendo insieme i dati di sei settimane di studio prese dal mio diario, ho realizzato questo grafico:

Ho così potuto riscontrare che mediamente ogni giorno ho dedicato allo studio 1h e 30 min effettivi.

Nel grafico puoi osservare la distribuzione percentuale del tempo per ciascun argomento.
Questa distribuzione ovviamente non è fissa, ma si modifica in base alle esigenze del momento.

Già oggi risulterebbe diversa, visto che ho incrementato la quantità di tempo che sto dedicando allo Slap.

Una cosa che balza all’occhio è la grossa fetta di tempo dedicata al Recording.

Tutti i più grandi didatti insistono sull’importanza di registrarsi.

E quindi indovina cosa faccio? Semplice … mi registro 😀

Riascoltandomi ho scoperto un sacco di cose interessanti. Punti deboli su cui lavorare, ma anche tanti aspetti positivi. Inoltre nel tempo posso ascoltare i miglioramenti. E questa cosa è di grandissimo stimolo.

Il Recording mi consente anche di lavorare sul suono e sul Mix.

Conclusioni

Nella mia vita di bassista ho potuto constatare che tutte le volte che mi son lasciato guidare esclusivamente dal cervello, ho finito per perdere solo tempo.

Ho passato anche lunghi mesi a fare sempre le stesse cose senza costrutto e senza risultati.

Di contro, tutte le volte che mi son messo a studiare con metodo ho fatto enormi passi avanti.

Un esempio: in circa 6 mesi ho imparato a leggere e scrivere la musica e subito dopo a trascrivere le mie linee di basso preferite, semplicemente seguendo un percorso organizzato.

Spero che la mia esperienza ed i miei suggerimenti possano esserti di aiuto.

Se hai un metodo simile, se hai altri suggerimenti o se vuoi proporre il tuo metodo a beneficio di tutti, ti invito a lasciare un commento qui sotto.

Benny Greb

Come ti ho promesso più su, se vuoi vedere il video di Benny Greb puoi cliccare QUI.

E’ in inglese e dura quasi un’ora e mezza … ma ne vale la pena.

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